Deglobalizzazione conflittuale e riglobalizzazione selettiva
Di Carlo Pelanda, Professore di Economia e di Geopolitica economica all’Università G. Marconi di Roma
Dall’estate del 2017 ad oggi l’Amministrazione Trump sta studiando mezzi di pressione economica per ottenere tre scopi:
a) Il riequilibrio commerciale attraverso dazi come strumento di dissuasione finalizzato a trattati bilaterali di libero scambio simmetrici;
b) Il soffocamento del potenziale sia economico sia tecnologico della Cina, di fatto dichiarata il nuovo e principale nemico:
c) L’impiego della guerra economica, via sanzioni estese anche a parti terze, al posto di quella guerreggiata, per esempio i casi di Russia a bassa intensità, Iran ad alta intensità, ed altri.
Ora, dopo le prime esperienze, è in corso un riesame della strategia statunitense che ha cambiato in poco tempo il mondo evoluto dal 1945 al 2018, innescando una deglobalizzazione.
Lo strumento dei dazi dissuasivi ha avuto un certo successo nei confronti di nazioni fortemente dipendenti dall’accesso delle loro merci al mercato interno statunitense, ma ha anche creato distorsioni che poi, colpendo la fiducia delle Borse e creando problemi nelle catene industriali internazionalizzate, si sono rivelate dannose anche per gli Stati Uniti stessi.
Inoltre, gli alleati tradizionali degli Stati Uniti hanno perso fiducia in Washington e, pur arrendendosi siglando trattati commerciali più simmetrici, stanno cercando alternative sul piano geoeconomico. Per esempio, Canada e Giappone hanno firmato con procedura accelerata e aperture mai viste nel passato trattati di libero scambio con l’Ue, altre nazioni li stanno preparando.
Visto il rischio di facilitare gli europei a danno dell’America, Washington ha attutito la pressione sugli altri alleati. Da un lato, l’Amministrazione Trump non vi rinuncerà, dall’altra sarà meno minacciosa o più calibrata, appunto, per non perdersi gli alleati di cui ha bisogno.
Se l’Amministrazione Trump venisse confermata nel novembre 2020 è probabile che la minaccia dei dazi venga usata un po’ di meno con gli alleati e calibrata in base a scambi politici. Ma resterà latente e le imprese devono prenderne atto.
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L’articolo “Deglobalizzazione conflittuale e riglobalizzazione selettiva” è pubblicato nel III report AWOS su sanzioni internazionali, export controls, restrizioni commerciali e rischio paese.