Evoluzioni dei principali regimi sanzionatori: Iran
Di Paolo Quercia, Coordinatore del Comitato Scientifico di AWOS
Quello iraniano rappresenta il principale regime sanzionatorio creato dagli USA con cui esercitano una pressione costante e crescente sull’economia del Paese e sulla sua politica estera. La strategia americana verso Teheran è difatti estremamente ampia e non si limita al solo impianto sanzionatorio, che resta lo strumento di pressione di punta perché Washington ritiene che offra la miglior combinazione tra costi e benefici.
Per gli USA gli obiettivi principali delle sanzioni all’Iran sono due: il blocco della proliferazione nucleare e missilistica e quello della riduzione dell’influenza regionale di Teheran (che Washington definisce maligna ed equipara al terrorismo), ritenuta centrale in una fase in cui gli USA stanno portando avanti un complesso disimpegno dal teatro medio-orientale e necessitano di eliminare o comprimere le minacce ai propri interessi e ai propri alleati.
La volontà dell’amministrazione Trump è quella di collegare indissolubilmente i due dossier nucleare e regionale, abbandonando l’approccio della precedente amministrazione basato sulla disponibilità ad isolare quello nucleare da quelli regionali e sulla disponibilità a fare compromessi sul primo. Era il percorso realista, che aveva portato nel 2018 alla firma del JCPOA e che aveva consentito lo sdoganamento di Teheran in cambio di un parziale congelamento della proliferazione nucleare.
L’attuale linea dell’amministrazione Trump non esclude comunque la possibilità di un accordo con Teheran, ma non lo limita al dossier nucleare, neanche migliorando i termini del JCPOA. Lo collega invece ad un accordo globale sulla postura e sulla geopolitica iraniana nella regione e quindi – in ultima analisi – sulla natura e evoluzione stessa del regime iraniano. Questo rende l’attuale politica iraniana degli USA poco adatta a produrre un ritorno al tavolo negoziale. Ciò dà alle sanzioni verso l’Iran – diversamente da altri regimi sanzionatori – un carattere semi-strutturale ed incrementale, volto cioè ad arginare, contenere ed impoverire il regime iraniano a meno che esso non cambi corso e modifichi la sua natura.
Sono condizioni praticamente irraggiungibili senza che avvengano sconvolgimenti importanti nel Paese. È difficile cioè immaginare una riduzione delle sanzioni senza un cambio politico a Teheran e questo propiziato da un cambiamento politico a Washington.
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L’articolo “Evoluzioni dei principali regimi sanzionatori per il 2020. IRAN: un anno cruciale” è pubblicato nel III report AWOS su sanzioni internazionali, export controls, restrizioni commerciali e rischio paese.