Il ruolo di AWOS nel mondo delle restrizioni al commercio estero
Di Gabriele Checchi, Presidente del Comitato Scientifico di AWOS
Sono lieto e onorato di poter fornire, nella mia qualità di Presidente del Comitato Scientifico, un breve saluto iniziale all’annuario 2020 di AWOS. Le attività di AWOS sono ormai giunte alla quinta edizione e mi onora essere stato coinvolto in questo progetto, dall’amico Zeno Poggi, cui va il merito di avere per primo colto la necessità di dotare le nostre imprese di uno strumento di supporto alla messa a fuoco delle miglior strategie in un contesto internazionale nel quale – sullo sfondo di una crisi evidente del multilateralismo come lo abbiamo sino a oggi conosciuto – la concorrenza tra Stati e tra imprese sta acquisendo caratteri ancor più ruvidi e diversificati, tra cui quello di una più o meno corretta osservanza (la cosiddetta “compliance”) dei regimi sanzionatori e più in generale dei sistemi di “export control”.
AWOS non mira però, e desidero qui ribadirlo, a proporre un’acritica ripetizione di quali sono i principali regimi sanzionatori con lo scopo di porre ulteriori “paletti” in aggiunta a quelli già numerosi cui il nostro mondo imprenditoriale si trova quotidianamente confrontato. Mira, piuttosto, a promuovere la diffusione in seno al nostro sistema industriale di una cultura di “compliance sostenibile”, che consenta cioè alle nostre imprese di essere consapevoli e di saper per ciò stesso scongiurare un duplice rischio: quello della mancata osservanza dei vigenti regimi sanzionatori con tutte le conseguenze che ne deriverebbero; e quello dell’eccessivo zelo nel rispetto degli stessi (la cosiddetta “overcompliance”) suscettibile di produrre ricadute non meno serie sul terreno della competitività.
Questo volume consente, ancora una volta, di dare agli addetti ai lavori un utile occasione per un’approfondita riflessione su temi di più ampio respiro connessi al tema dei regimi sanzionatori e più in generale delle restrizioni per esempio quello della preoccupante diversità di vedute che continua registrarsi in materia, almeno con riferimento a taluni Paesi, tra Unione europea Stati Uniti e della connessa esigenza per la UE di pervenire al più presto alla definizione di una propria e credibile linea. Una linea che le consenta in sostanza di interloquire con l’alleato statunitense da pari a pari e, per quanto possibile, con unitarietà di linguaggio.
Il tutto in un contesto internazionale in rapido mutamento e fortemente condizionato da un evento di portata globale quale la diffusione del COVID-19, tale da ridefinire le diverse dinamiche in atto a livello geo-politico. Dinamiche suscettibili di rappresentare altrettanti fattori di rischio per le nostre imprese orientate all’export: dalla spiccata assertività che sta caratterizzando, nell’era Trump, la politica commerciale statunitense anche nei confronti di Pasi amici e alleati come quelli europei; alla imprevedibilità di comportamento mostrata più di recente anche sul terreno dell’acquisto di materiali sensibili da Paesi, come la Turchia, sino a oggi saldamente ancorati al campo occidentale; alle ricadute, appunto, che l’epidemia innescata dal coronavirus sta producendo anche sul terreno degli scambi internazionali.
Quel che è certo è che Il tema delle sanzioni e dell’ “export control”, per contrastare minacce quali la proliferazione nucleare o il terrorismo internazionale, continuerà a occupare uno spazio importante nell’agenda non solo delle Capitali impegnate su tale terreno ma anche delle principali Organizzazioni Internazionali: dalle Nazioni Unite, all’OCSE ( basti qui ricordare la Convenzione da quest’ultima messa a punto già nel 1997 per la lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri), all’Unione Europea. AWOS intende accompagnare, con i propri incontri annuali, tale sforzo di riflessione e normativo posto in atto dalla Comunità internazionale facendosene interprete e divulgatore presso il nostro mondo imprenditoriale, in una virtuosa sinergia con i nostri competenti Dicasteri e Associazioni di categoria.
Introduzione al volume “Geopolitica e commercio estero” (Rubbettino)