Settore tessile e sostenibilità: necessaria la voce italiana in Europa
Nel corso del convegno “Sostenibilità e Geopolitica: l’ora dell’Europa”, organizzato da AWOS il 13 luglio a Roma, è intervenuta Nicola Gelder, Co-Founder di ZPC e partecipante ai tavoli di normazione tecnica per il settore tessile a livello UNI, CEN e ISO, con una relazione sul ruolo del settore tessile italiano in Europa e la nuova strategia Ue per i prodotti tessili sostenibili.
Gelder ha sottolineato il peso dell’industria tessile italiana: l’Italia produce il 40% dei capi di abbigliamento fabbricati in Ue, insieme a Spagna e Portogallo realizza il 60% della produzione di calzature e contribuisce con il 60% al fatturato dell’industria conciaria europea. In virtù di tale ruolo e in vista delle grandi trasformazioni che dal punto di vista della sostenibilità impatteranno sul settore della moda, Gelder ha rivolto un appello alle istituzioni competenti affinché portino la voce del tessile italiano ai tavoli decisionali Ue.
Uno dei grandi programmi europei riguarda il piano di azione per l’economia circolare, finalizzato ad implementare gli obiettivi strategici del green deal. Un’iniziativa importante è la proposta di regolamento per estendere i requisiti di eco-design a molti altri settori, tra cui il tessile. I requisiti specifici verranno stabiliti a partire dal 2024; da qui, ha sottolineato Gelder, la necessità di partecipare ai tavoli decisionali Ue per portare le istanze e gli interessi dell’industria italiana.
Tra le altre novità impattanti, Gelder ha menzionato il passaporto digitale di prodotto, che interesserà tutta la filiera. I prodotti fabbricati al fuori dell’Ue dovranno quindi essere fabbricate in filiere per le quali il produttore italiano si assume una piena responsabilità e garantisce una piena tracciabilità del prodotto.
L’Ue, inoltre, ha di recente pubblicato una nuova strategia per i prodotti tessili sostenibili, secondo cui entro il 2030 tutti i prodotti tessili immessi in consumo in Ue dovranno essere durevoli, riparabili e riciclabili. Nell’arco di meno di 10 anni, pertanto, le imprese del settore dovranno far fronte a radicali cambiamenti industriali e di compliance.