Il futuro dei porti oltre il porto
L’industria dello shipping tra barriere commerciali e riorganizzazione logistica
Dal 2020 il sistema mondiale dei porti sta attraversando una crisi endemica, tale da avere ripercussioni su svariati settori industriali. Le cause contingenti sono note: il Covid, il blocco della produzione e del traffico merci nei mesi di lockdown e una successiva forte ripresa della domanda che ha messo in difficoltà i trasporti marittimi, le chiusure di nodi portuali di portata globale, l’intasamento del traffico marittimo, la carenza di container.
Secondo Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, esistono tuttavia ragioni più profonde ad aver acuito la crisi portuale, con shock contingenti che hanno modificato i presupposti di come deve essere riorganizzata la catena logistica globale e la geografica della produzione.
Al netto della presenza di bolle e cartelli che distorcono il mercato del mare, D’Agostino evidenzia come oggi, anche in un contesto di barriere commerciali, la competitività di un porto si giochi nella sua capacità di diventare un sistema integrato nel territorio, in grado di offrire logistica e insediamenti industriali in aree di prossimità.
L’intervista (a cura di Alessandro Amato) è pubblicata sul numero 2 di GeoTrade.