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Sanzioni alla Russia: audizione alla Camera di AWOS

Il 2 marzo Paolo Quercia, direttore del comitato scientifico di AWOS e di GeoTrade, ha svolto un’audizione presso la commissione Esteri della Camera sul tema dello strumento delle sanzioni nel diritto internazionale.

Qui il video dell’audizione alla Camera

Nel corso dell’intervento Quercia ha presentato in una prima parte una panoramica storica e concettuale sulle diverse funzioni delle sanzioni e un raffronto tra l’efficacia delle sanzioni all’Iran e alla Corea del Nord rispetto alle misure adottate nelle ultime settimane da Usa, Ue e paesi del G7 verso la Russia.

Ad avviso di Quercia le sanzioni contro la Russia posso svolgere una funzione efficace in quanto l’economia russa è profondamente integrata con l’economia occidentale. Tale aspetto genera tuttavia un paradosso delle sanzioni, per cui anche i paesi sanzionatori devono pagare un prezzo per l’utilizzo di tale strumento. Tuttavia, ad avviso dell’analista i vantaggi delle misure sanzionatorie sono superiori dei danni economici che possono procurare a chi le impone e soprattutto del conflitto armato. Del resto, per le democrazie occidentali le sanzioni rappresentano l’alternativa liberale alla guerra.

La seconda parte della relazione si è invece soffermata sul caso specifico delle sanzioni contro la Russia. Quercia sottolinea come il fulcro delle misure risieda nelle sanzioni finanziare e in particolare: “La forza delle sanzioni finanziarie non concerne tanto il sistema Swift, il circuito di pagamento internazionale. Oltre ai listing delle principali banche del Paese, la “bomba atomica finanziaria” riguarda le sanzioni alla banca centrale russa, che può provocare la polverizzazione e il collasso dell’economia russa“.

Quercia ha concluso il suo intervento sottolineando il ruolo della Cina nell’offrire alla Russia una possibile via di uscita. La dipendenza da Mosca da Pechino porterebbe ad una cinesizzazione dell’economia russa, ad una scelta per il modello dei sistemi statalistici e autoritari asiatici e ad una chiusura dei rapporti economici con l’Occidente.